martedì 14 giugno 2011

RICKY ALVAREZ, IL NUOVO KAKA' CHE ARRIVERA' ALLA ROMA


                                    
Oggi 14 giugno 2011 faccio un omaggio a tutti i miei giallorossi!!!


Ricky AlvarezPresento nella consueta rubrica "i talenti da seguire" un calciatore che sta riempiendo i giornali sia di Roma e non, per la la sua imminente partenza nella "citta eterna" sponda As Roma, dove il nuovo Ds Walter Sabatini sembra averlo tra le mani. Il suo nome è Ricardo Gabriel Alvarez meglio conosciuto come "Ricky Alvarez". Il soprannome ,o se vogliamo chiamarlo diminnitivo non è del tutto casuale. Indovinate chi è quel giocatore chiamato Ricardo e viene chiamata affettuosamente Ricky? ebbene si forse avrete già capito: il brasiliano ex stella del Milan ex pallone d'oro e ora al Real Madrid Ricardo Kakà. Su "Ricky" infatti molti articoli fin da quelli dei giornali argentini, e poi a quelli italiani in questo periodo, lo hanno dipinto cosi, perchè in alcuni suoi movimenti ricorda il campione carioca. 
Ebbene il paragone può calzare fino ad un certo punto, per diversi motivi: Alvarez è argentino, è mancino, gioca più defilato del brasiliano. Certo tecnicamente nel tocco di palla e nelle accellerazioni ma sopratutto nell'andatura palla al piede può sembrare lui. Il suo ruolo è quello di esterno o trequartista in un centrocampo a 4, ma è stato utilizzato nel Velez anche come terzo di un attacco a, posizione che penso gli verrà proposta da Luis Enrique largo a sinistra con conseguente e probabile partenza di Mirko Vucinic. 


Veniamo alla sua storia calcistica e non: Ricardo Alvarez nasce a Buenos Aires (Argentina) il 12 aprile 1988 ,da piccolo gioca nel Ceballito Juniors e nel Club Parque di Buenos Aires. Poi viene tesserato prima dal Boca Juniors e poi dal Vélez Sársfield , con il quale fa il suo esordio nell'agosto 2008. Nel "Fortin" ci sono giocatori del calibro di Moralez, Cristaldo, Zapata, Martinez, ma da subito diventa uno degli idoli del "Jose Amalfitani". Poco dopo il suo debutto arriva però un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio che lo tiene fuori dal prato verde per una bella fetta della stagione. Torna in campo proprio nell'ultima partita dell'Apertura 2009 che aveva visto vincere il Velez in casa del Gimnasia Jujuy e che ha decretato la vittoria finale per "El Fortin.  Segna il suo primo gol nella primera division argentina nell'"impero" del River Plate , il Monumental, dove andò a segno nell'unico centro del 2-1 per i Millionarios. La settimana successiva rimedia anche il suo primo cartellino rosso, contro il Racing Avellaneda. In totale nella stagione gioca 11 partite e segna 1 gol. Nella Clausura 2010 gioca 15 partite seganndo l'unico gol nel match contro il Lanus. Quest'anno è diventato un elemeto fondamentale per la compagine di Gareca, ricoprendo tutti i ruoli di centrocampo, e diventando assoluto protagonista nella Coppa Libertadores, dove "El Fortin è arrivato in semifinale eliminato dagli uruguayani del Penarol. 
Il suo più grande ammiratore è Zinedine Zidane, ed è un estimatore anche di Mauro Zarate, che ha giocato ai suoi inizi nel Velez, e che probabilmente incrocierà nei prossimi derby all'Olimpico
                                             
                                           
                                                
Inizia principalmente come mezz'ala, ma quando la sua squadra è in possesso di palla, sa sia allargarsi, sia accentrarsi, e in questo può ricordare un certo Iniesta!!!. Intelligente, sa sempre cosa fare della palla e sa come gestire il gioco.
Ricardo Gabriel Álvarez (Vélez Sarsfield)/Archivo EFEIl suo dribbling è devastante e sempre variegato, destra, sinistra, centro, è molto alterno nei movimenti del corpo. Tende a essere un po narcisista palla al piede, e a volte potrebbe servire più facilmente il compagno più piazzato, comunque il suo controllo della sfera è meraviglioso. Protegge magistralmente il pallone, anche grazie ad un fisico che lo aiuta negli spostamenti, e nell'evitare l'avversario nei blocchi. Il tiro di sinistro è potente e sufficientemente preciso, anche se a volte è stato precipitoso in alcuni frangenti. Mentalmente lo vedo ancora con un carattere da migliorare, gioca si per divertirsi, come un bambino, ma deve ricordardi di essere cresciuto e che sopratutto è un professionista. Se vogliamo fare un paragone con un'altro talento argentino, Erik Lamela, si può semplicemente dire che Ricky gli è superiore nella precisione dei passaggi, mentre il "Millionarios" lo supera nella velocità palla al piede


Servizio di Antonio Cupparo

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